Wednesday, March 9, 2016

Presenza della Macchina in "I Miserabili" di Victor Hugo

Presenze della "Macchina" nel libro

"La ghigliottina concreta la legge: si chiama vendetta, ma non è neutra e non vi permette di restar neutro. Chi la scorge freme del più misterioso dei fremiti. Tutte le questioni sociali drizzano intorno alla mannaia il loro punto interrogativo. Il patibolo è una visione; ma non è una costruzione, ma non è una macchina, ma non è un inerte meccanismo fatto di legno, di ferro e di corde. Sembra ch'esso sia una specie d'essere con non so qual cupa iniziativa; si direbbe che quella costruzione veda, che quella macchina senta, che quel meccanismo capisca, che quel legno, quel ferro e quelle corde vogliano. Nella spaventosa fantasticheria in cui la sua presenza getta l'anima, il patibolo appare terribile e sembra partecipe di quello che fa. È il complice del carnefice: divora, mangia la carne, beve il sangue." 
Parte Prima, Libro Primo, Capitolo IV: Le opere simili alle parole, pag. 45.

"E, qualunque cosa facesse, ricadeva sempre in quello straziante dilemma che stava in fondo alla sua fantasticheria: restare nel paradiso, diventando demonio o rientrare nell'inferno, per divenirvi angelo! Che fare, gran Dio? Che fare? L'uragano dal quale era uscito così a stento si scatenò di nuovo in lui. Le sue idee ricominciarono a confondersi e presero quello stupore macchinale peculiare alla disperazione." 

Parte Prima, Libro Settimo, Capitolo III: Una tempesta in un cranio, pag. 371.


"...Egli rispose macchinalmente qualcosa che non riuscì più a ricordare, più tardi. Per fortuna il medico, avvertito, era giunto e venne in aiuto a Madeleine." 
Parte Prima, Libro Ottavo, Capitolo II: Fantine felice, pag. 444.

"La marina dei nostri padri impiegava i cavi, la nostra impiega le catene e il solo mucchio delle catene d'un vascello da cento cannoni ha quattro piedi d'altezza, venti di larghezza e otto di profondità. Quanto legno occorre per fare codesto vascello? Tremila metri cubi: è una foresta che galleggia. E dopo tutto, si noti bene, si parla qui solo del bastimento da guerra di quarant'anni or sono, della semplice nave a vela; il vapore, allora nella sua infanzia, ha in seguito aggiunto nuovi miracoli a quel prodigio che si chiama la nave da guerra. Attualmente, per esempio, la nave mista ad eliche è una macchina sorprendente, mossa da una velatura di tremila metri quadrati di superficie e da una caldaia della forza di duemilacinquecento cavalli.
Senza parlare di queste recenti meraviglie, l'antica nave di Cristoforo Colombo e di Ruyter è uno dei grandi capolavori dell'uomo. Inesauribile nella forza, come l'infinito nella brezza, immagazzina il vento nella vela, preciso nell'immensa estensione delle onde, galleggia e
regna."
Parte Seconda, Libro Secondo, Capitolo III: Bisogna dire che la catena della maniglia 
avesse subito un certo lavoro preparatorio, per venir 

spezzata in tal modo da una martellata, pag. 571.

"Lo sguardo delle donne assomiglia a certi ingranaggi, in apparenza tranquilli, ma possenti. Si passa loro accanto tutti i giorni, serenamente e impunemente, senza sospettar nulla, e viene un momento in cui si dimentica perfino che quella cosa esista; si va, si viene, si parla, si sogna, si ride. Ad un tratto, ci si sente afferrare. È finita:
l'ingranaggio vi tiene stretto; lo sguardo v'ha preso; non 
importa per dove e come, per una parte qualunque del vostro pensiero, che pendeva, per una distrazione. Siete perduto. Vi passerete interamente; una concatenazione di forze misteriose s'impadronisce di voi e invano vi dibattete. Non è più possibile un soccorso umano. Cadrete d'ingranaggio in ingranaggio, d'angoscia in angoscia, di tortura in tortura, voi, la vostra mente, la vostra fortuna, il vostro avvenire, la vostra anima; e secondoché sarete in potere d'una creatura malvagia o d'un nobile cuore, non uscirete da quella spaventosa macchina che sfigurato dalla vergogna o trasfigurato dalla passione."
Parte Terza, Libro Sesto, Capitolo VI: Fatto prigioniero, pag. 1072.

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